Porto di Genova - Guida Turistica

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.: PORTO DI GENOVA
 Il porto di Genova è - in termini di merci manipolate e di ampiezza - il maggiore porto commerciale e passeggeri italiano e, insieme a quello francese di Marsiglia-Fos, il più importante del mar Mediterraneo. È fra i più attivi d'Europa insieme a quelli di Rotterdam (Paesi Bassi) ed Amburgo (Germania).
 In Italia, nella movimentazione del traffico di container (i contenitori con cui oggi vengono trasportate le merci da una parte all'altra del mondo), escluse quindi le merci varie cosiddette convenzionali, è secondo solo ai porti di Gioia Tauro e la Spezia.
 Situato geograficamente nella parte più protetta del mar Ligure (sulle coordinate 44°24' N 8°54' E), lo scalo genovese occupa circa cinquecento ettari di superficie a terra e altrettanti sullo specchio acqueo.
 Le opere marittime su cui si basa si estendono per quarantasette chilometri di lunghezza cui trenta chilometri per i soli pontili operativi; la profondità dei fondali varia dai nove ai quindici metri con punte di cinquanta.
 I tredici terminal in cui si articola l'attività di movimentazione di merci e passeggeri hanno una copertura di collegamenti garantiti dalle principali compagnie di navigazione da e per ogni località del mondo, con volumi di traffico di assoluto prestigio.
 Due sono i fari principali: oltre a quello conosciuto universamente come la Lanterna di Genova, che sorge sulla collina di San Benigno, nella zona di Sampierdarena, vi è quello, minore e dedicato alle superpetroliere, ubicato a Punta Vagno, nella zona residenziale di corso Italia. Sbocco naturale al mare delle regioni maggiormente industrializzate del nord Italia, e situato in posizione strategica verso hinterland economico e commerciale europeo, il porto di Genova ha una storia ed una tradizione antichissime.
 Si sviluppa, partendo da levante verso ponente, dal bacino delle Grazie (l'area ove sorgono i cantieri e le officine delle riparazioni navali), poco distante dal quartiere fieristico della Foce e dal porticciolo turistico Duca degli Abruzzi, fino ai moderni terminal per la movimentazione delle merci varie poco discosti dalla Lanterna.
 Lo scalo - che ha il suo naturale completamento nel porto petroli di Multedo, vicino a Pegli, e nel terminal container di Voltri - comprende al suo interno, lungo i circa sei chilometri di strada sopraelevata che definiscono anche visivamente il cosiddetto waterfront, includono l'area del rinnovato porto antico. Nel tratto di costa fra Cornigliano e Sestri Ponente alcuni moli sono riservati ai cantieri di costruzioni di nuove imbarcazioni della Fincantieri.
 In buona sostanza il porto di Genova restituisce alla città un valore simbolico aggiunto che va oltre il significato strettamente funzionale: il porto è la città e costituisce buona parte della storia di questa città, una storia fatta di prestigiose conquiste e giustificato orgoglio.
 Ma una tale storia è composta anche di dure vertenze sindacali, registratesi specialmente in anni più recenti, come quella che contrapposte a fine anni ottanta i responsabili dei lavoratori portuali - i camalli eredi dei vecchi caravana addetti al carico/scarico dei piroscafi a tre alberi ormeggiati alle vecchie banchine e ai silos granari - e l'autorità portuale messa di fronte alla necessità di un radicale rinnovamento indispensabile per fronteggiare la concorrenza che si faceva sempre maggiormente pressante dei porti del nord Europa.
.: STORIA
 Lo sviluppo economico di Genova nell'antichità è legato indissolubilmente all'approdo navale, dal quale ha avuto origine il nucleo abitato sorto sulla collina di Castello intorno al VI secolo a.c. ad opera di popolazioni provenienti dal mare, differenti per cultura e modi di vita dalle tribù liguri residenti nell'entroterra montano.
 Il porto allora altro non era che una semplice insenatura a ridosso del promontorio del Molo Vecchio e tale rimase forse fino al Medioevo. Con il risveglio dei commerci dopo l'anno Mille, i traffici navali riacquistarono importanza e sorsero i primi pontili in legname, monopolio delle più facoltose famiglie mercantili (Spinola, Grimaldi, Calci, Cattaneo e altre) importatrici di vari tipi di merce, tra cui spezie, sete e preziosi provenienti dal mondo islamico.
 La Ripa, l'attuale Sottoripa, affacciata direttamente sul mare, fu per tutto il basso medioevo il centro degli affari: c'era chi contrattava gli acquisti, chi lavorava e sbarcava carichi dalle navi attraccate a pochi metri dalle case.
 Porto e città erano dunque saldamente unite attraverso una sottile striscia di terra porticata, il mercato, dove la vita pulsava alacremente con un colore non molto diverso da quello che troviamo tuttora nelle casbah orientali
 Presso il Centro di documentazione sulle popolazioni e le culture italiane nel mondo, costituito dalla Fondazione Giovanni Agnelli, sono disponibili tre distinte banche dati contenenti informazioni sui passeggeri di nazionalità italiana delle navi giunte nei porti di New York, Buenos Aires e Vitoria.